30 gennaio 2012

ITALIANI INDIVIDUI MA PROPORZIONALI



Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta,

non donna di provincie, ma bordello!

Si direbbe che già Dante nel 1300, attraversando però prima di tutto l’inferno, aveva scritto le previsioni del tempo dell’Italia di oggi e il suo destino parapolitico a luci rosse.

L’Italia non è la Francia, è lontana dalla Germania, assomiglia forse un po’ alla Spagna, è l’opposto dell’Inghilterra, ha qualcosa dell’America perché l’America ha in sé qualcosa di tutti i popoli e sta diventando cinese per effetto di un’invasione che non è altro che un nuovo, più moderno e poco dispendioso tipo di guerra combattuta non investendo su armamenti ma con l’arma dell’investimento, non inviando truppe di fanti, ma orde di commercianti armati di un po’ di denaro.

Per sopravvivere la Svizzera deve costruire e mantenere banche, la Germania deve scavare miniere per estrarre le sue materie prime e deve sostenere grosse spese per le sue acciaierie, l’Inghilterra ha sul groppone una spendacciona casa reale e relativa aristocrazia, l’America è impegnata con sempre più insostenibili guerre globali, la Cina deve sfamare mezza popolazione mondiale e l’Italia?

L’ Italia è il Bel Paese ove la ricchezza scivola in superficie come i suoi fiumi e brilla al sole come il suo mare, i suoi palazzi traboccano di storia e di arte (ricchissimo lascito dei nostri avi), ad appena un palmo dal suolo son ben conservati i resti della nostra antica civiltà, mari così pescosi e ben protetti, tanto che vi vengono a pescare anche Cina e Giappone (o altri), circondano il nostro paese, che tiene incastonato in sé come un gioiello, lo Stato del Vaticano, che funge da calamita per quasi un terzo della popolazione mondiale. E non parliamo del buon vestire e del buon mangiare, dell’unicità di vulcani e di una splendida laguna e tanto altro.

Ma allora, visto che non abbiamo aristocrazie da mantenere, opere d’arte d’acquistare, miniere da scavare, guerre da sostenere (c’è chi ci pensa per noi) e visto che il mondo intero sarebbe ben felice di pagare le nostre tasse se noi aprissimo ai suoi cittadini le nostre porte (e magari i nostri porti) solo per permetter loro di ammirare, gustare e condividere le nostre bellezze, mi chiedo: “Ma in quale palazzo reale, in quale oscuro cavò si sta ammucchiando questa ricchezza?”. Riconsegnamola tra le braccia dei nostri lavoratori che sono propensi, più di quel 10 per cento di nababbi, a spenderli proprio in Italia e investiamola in tutto ciò che ama il mondo che ci ama e bussa alle nostre porte.

E infine, smettiamola di fare i copioni degli altri paesi visto che siamo unici al mondo ed iniziamo a dettar noi le regole del bel vivere; la nostra è stata la patria di Leonardo, Michelangelo, Verdi, Verga, Dante, di grandi eroi, di grandi statisti, insomma non siamo certamente l’insieme di moltitudini anonime, ma siamo un popolo di individui dal multiforme ingegno. Lasciamo quindi che paesi come l’Inghilterra facciano le loro politiche opposte alla nostra e seguiamo il nostro italico istinto secondo il quale ognuno dovrebbe rappresentare se stesso. E’ questa un’utopia? Senza meno, ma perlomeno lasciamo i poli ai paesi nordici e facciamo sì che ci governi una rappresentanza il più proporzionale possibile. Noi Italiani non siamo in grado – non è un difetto, ma una nostra caratteristica – di governare opponendoci, ma siamo bravi ad opporci a chi governa, come direbbe il buon Totò, a prescindere.

Io credo e spero di essere un, non so se si può dire, un comunista e mi scusi se aggiungo, come Gandhi, Gesù, l’uomo progressista, e il Che, ma Le confesso un mio piccolo peccato: essendo purtroppo vegetariano, non ho mai mangiato bambini bolliti (tanto un giorno diventeranno adulti).

b-\\-


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8 gennaio 2012

GAZZINGER



Torna al tuo nido, gazzo
Che minchia ci fa il maschio della gazza ladra nella foresta vergine?
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