19 marzo 2012

S.Giuseppe lavoratore





19-3   S.Giuseppe lavoratore

            Ieri, 18 marzo, ho trovato una statuetta di S.Giuseppe in ginocchio (da presepe) oltre un cancelletto di casa mia, con la mano sinistra sul cuore e la destra alzata con pugno chiuso (da compagno lavoratore), in quanto gli si è rotto il bastone, che quindi non si è “flesso”, ma si è rotto.

            Premesso che oggi, 19 marzo 2012, è la festa di S.Giuseppe, la festa dei lavoratori e il decimo anniversario dell’omicidio di Biagi, quello dell’infausta legge sul mercato del lavoro.

            Premesso ancora che entro oggi si concluderà il secondo round sul mercato degli schiavi, pardon, del lavoro, sulla flessibilità e sul definitivo ed inutile ko dell’articolo 18

            Premesso quanto sopra io ci leggo il seguente messaggio subliminale:

·         Aver trovato la statuetta il 18 è un chiaro riferimento all’articolo 18

·         Aver trovato il patrono dei lavoratori in mezzo al fango indica che le leggi sul mercato del lavoro è proprio lì, in mezzo al fango, che si apprestano a gettere i lavoratori.

·         Con la mano sinistra sul cuore, S.Giuseppe, di cui proprio oggi è la festività, ci dice, come io affermo da tempo, che il comunismo e quindi la sinistra non può essere imposta da altri, ma deve nascere spontaneamente dal cuore (altrimenti è solo violenza) e con la destra a pugno chiuso ci incita a lottare.

·         Il bastone spezzato, mentre si sta consumando l’ultima idiozia sulla flessibilità del lavoro, ci avverte che il lavoratore (e quindi il lavoro) “si spezza ma non si piega (non è per niente flessibile)”.

·         E per ultimo, il povero S.Giuseppe, buttato in mezzo al fango e proprio oltre il cancelletto di casa, è l’immagine del lavoratore che, oppresso dalle nuove tasse ed umiliato da questo indegno mercato del lavoro, ove non più utile al pil, allo spread e all’esagerato arricchimento dei padroni, verrà buttato via come un vecchio abito usato e gli verrà pure sfrattata la casa; tanto non potrà più permettersela e una panchina alla stazione andrà più che bene.




                                                           b-\\-

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