10/7/1988
Pugni chiusi serro al petto;
e di te non ho che un vago aspetto.
Vorrei nelle mie la tua calda mano;
Ma le mie dita si stringon su se stesse invano.
Il pensier di te è una carezza al viso
quando mi guardi con quel dolce sorriso
che fresco sboccia da quei due dentoni
che adornan le tue schiuse labbra come due bottoni.
Le tue sciolte chiome e le tue dita
Sfuggon da questa mano rattrappita.
A pughi chiusi e a denti stretti noi due parliamo
ed in silenzio profondamente io t'amo.
Il sole, il cielo, la terra e il mare
m'empiono il cor, ho voglia d'amare.
Dolce è tra i rami il cinguettio degli uccelli
mentre si fan nidi come piccoli cestelli.
E quando cala il sol, d'autunno o in primavera,
la natura par che intoni un inno alla sera,
intanto che tu, vecchio cipresso assai contento,
ondeggiando al primo alito di vento,
accogliendo vai per la notte tra i tuoi rami
questi piccoli cantori che tanto ami.
Tutti tu adori; ma forse tu ne ami uno soltanto
mentre con gli altri passeri invade i tuoi rami del suo canto.
Dimman ti lasceranno e tu vecchio istrione
continuerai ad ondeggiar paziente le tue chiome
che sparse e cinguettanti donano al sole e alla chiara luna
quel che le mute radiche suggon dalla terra bruna.
L'universo immenso m'invade e mi riempie il core
ma senza te è nulla intorno, son vuoto dentro, amore.
E, guardandoti ridere, cantare e tanto amare,
col mio cipresso, a pugni chiusi, continuerò a ballare.
giuseppe ferlito

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